mercoledì 12 marzo 2008

Le Carte

Si svegliò di soprassalto con questa visione ancora nitida davanti agli occhi. Aveva la fronte imperlata di sudore freddo, le mani le tremavano e le ginocchia si erano rannicchiate fino al petto. Erano passati molti anni dall’ultima volta che aveva avuto una visione così nitida di qualcosa che era accaduto e che avrebbe avuto ripercussioni sul futuro.
Si alzò dal letto e, scostando i lunghi capelli dal viso, prese la candela che aveva sul comodino. Percorse tutta la camera da letto al buio e soltanto quando oltrepassò la porta, accese la candela con un acciarino preso da una mensola vicina. Dal grande tavolo centrale tirò fuori le sue carte, si sedette, poggiò la candela davanti a sé e rimase qualche istante in silenzio, respirando profondamente. L’ultima volta che aveva provato una lettura del genere era rimasta svenuta per tre interi giorni, però sentiva che non poteva farne a meno, sapeva che se non l’avesse fatto i sogni l’avrebbero tormentata per settimane.
Mormorando una litania in una lingua arcana, incomprensibile ai più, mischiò le carte sette volte, una per ogni Spirito Protettore, divise il mazzo e le mischiò altre quattro volte, una per ogni Sacra Direzione. Invocò l’aiuto degli Dei ed iniziò a disporre le carte sul tavolo.
Ciò che vide la sconvolse. Il male del suo sogno era reale, era vivo e stava arrivando. Temeva ciò che stava pensando, eppure non c’era alternativa, se non voleva far precipitare nel caos tutta la regione.
“Gadrijl oh, Gadrijl! Quante volte hai pensato al tuo Dono come ad una maledizione? Questa volta lo è sul serio! Nulla potrà salvarmi, nulla”.

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