giovedì 6 marzo 2008

Tornando a casa

Erano passati cinque lunghi anni ormai e molti dei suoi compagni erano caduti e non si erano più rialzati, molti altri si erano incamminati verso sentieri oscuri per raggiungere la luce e forse l’avevano trovata, altri ancora avevano perduto ogni cosa, prima di perdere definitivamente se stessi. Lui stesso era molto cambiato.
Sopravvissuto a cento battaglie, i suoi cavalli erano in buona salute e le sue armi avevano bevuto il sangue di innumerevoli nemici.
Erano accadute molte cose in quei cinque anni e, anche se a volte rimpiangeva di non essere morto o di non essere impazzito del tutto, era perfettamente conscio che nulla sarebbe rimasto più uguale a com’era prima.
Il suo volto scarno ed il colorito cereo della sua pelle davano l’impressione di un uomo molto malato, tuttavia la sua schiena era ancora dritta, le sue spalle larghe e le mani forti.
Aveva inciso nell’anima il fetore degli accampamenti, le lunghe agonie dei morenti e la tristezza di un inverno che non era ancora finito nel suo cuore e che stava arrivando precocemente sulle sue terre.
Il cavallo pareva irrequieto, forse aveva capito di essere tornato finalmente a casa.

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